Dopo tutto quello che è successo a Como ero stravolta, stanca mentalmente e fisicamente, preoccupata se le palline (uova dovrei dire) che avevamo ingerito fossero tossiche e potessero avere ripercussioni sul nostro fisico o sulla nostra mente. Per ora sto bene.
Sono tornata subito a Ravello, avevo bisogno di riposare, di rilassarmi e riprendere le energie. Purtroppo vivere da sola fa sì che senta la solitudine in casi come questo, e a livello di umore non mi fa bene passare il tempo da sola. Ho deciso quindi, il giorno successivo alla mia prima missione, di andare in biblioteca e cercare informazioni sulla creatura che abbiamo catturato io e gli altri contractors. Avevo tantissime domande e non capivo da dove potesse essere uscita una mostruosità del genere, volevo anche cercare di capire quali potessero essere gli effetti dell'ingerire delle uova o di una puntura. Purtroppo ho trovato solo leggende e miti, tutto scritto in libri vecchi, sembravano delle favole, non dei racconti reali. Allora provo con il computer della biblioteca a cercare articoli o racconti, ma niente.
A questo punto solo una cosa mi restava da fare: cercare nella soffitta dei miei genitori.
Dopo una passeggiata per il centro, sono tornata a casa mia, un po' sconsolata e un po' impaurita: nella soffitta ci andavo da piccola con mia mamma, che mi faceva vedere oggetti strani che io non potevo usare. Dopo la scomparsa non ci sono mai più salita.
Salgo la piccola scala e apro la porticina. Entro. Polvere, la prima cosa che percepisco, e buio. Accendo la piccola lampada affianco a me e mi ritrovo una montagna di scatole e libri davanti.
Iniziano così giorni di lettura e ricerca.